Splendida coppia di nature morte di composte da soli frutti estivi:

Accorpati in un giaciglio naturale sono presenti Meloni e angurie mature, fichi tra le loro foglie, uva sultanina, susine e pesche.
 
Da dietro il giaciglio un fusto arboreo diruto alla maniera del Salvador Rosa si affaccia verso il lontano paesaggio posto sullo sfondo che ricordano le coste campano-laziali.
 
L'ambito artistico da cui prende le mosse la composizione è quella legata agli ambienti del famoso pittore Giovanni Paolo Castelli detto lo Spadino (Roma 1659 - 1730 Roma), probabilmente eseguiti da un suo allievo o seguace.
Molte sono le analogie con la sua brillante produzione:
 
In primis la scelta del soggetto, ovvero, la Frutta estiva che "Lo Spadino" amava riprodurre più dei fiori, che accostava il più delle volte a vasellame, vetri o argenti per evocare il lusso degli uomini e la suntuosità della natura.
Ma anche questo forte senso di semplicità pervade queste due pitture opponendosi a insolite ricerche o alla tentazione di un intimo realismo.
 
È Attraverso questi elementi convenzionali, infatti, che il pittore romano mostrava un certo gusto per l’abbondanza e splendore unito però al senso effimero della loro precarietà.
Così allo stesso modo le composizioni si organizzano per masse compatte e vivamente colorate con macchie di rosso intenso mentre la luce si riverbera sulle scorze ruvide.
Poi la trasparenza dei chicchi d’uva e delle susine mature altro elemento distintivo dello Spadino che con questi effetti squisiti cercava di suggerire la fragilità della ricchezza, e con la presenza d’obbligo del frutto aperto – melograno, melone o anguria – tentava di prefigurarne la fine prossima. 
 
Le loro misure comprensive di cornici dorate ed intagliate sono: 78 cm di lunghezza x 56 cm di altezza.
 
I dipinti sono stati recentemente restaurati.
 
Alleghiamo alla vendita certificato storico di autenticità.
 
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Fonte bibliografica d'ausilio: https://www.treccani.it/enciclopedia/castelli-giovanni-paolo-detto-spadino_(Dizionario-Biografico)